È arrivato il primo treno a idrogeno d’Italia

È stato presentato a Milano in occasione dell’Expo Ferroviaria

Eccolo il primo treno ad idrogeno d’Italia. Lo ha presentato martedì a Milano la multinazionale Alstom nel corso di Expo Ferroviaria. Correrà in Lombardia, ma ha anche un cuore saviglianese, perché lo stabilimento di via Ottavio Moreno ha partecipato alla sua produzione.
Il treno entrerà in servizio commerciale in Valcamonica tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord (Fnm), su cui il servizio è gestito da Trenord.
L’evento di martedì fa seguito all’accordo firmato da Fnm e Alstom nel novembre 2020 che prevede la fornitura a Trenord di 6 treni a celle a combustibile a idrogeno, con opzione per ulteriori otto.
Come funziona il treno? La carrozza intermedia – chiamata “power car”, in cui risiede il cuore della tecnologia ad idrogeno – rappresenta la principale fonte di energia. Tale energia è fornita dalla combinazione dell’idrogeno (immagazzinato nei serbatoi) con l’ossigeno dell’aria esterna, senza emissione di anidride carbonica nell’atmosfera. Le batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni immagazzinano l’energia che viene successivamente sfruttata nelle fasi di accelerazione per supportare l’azione delle celle a idrogeno e garantire il risparmio di carburante.
Il Coradia Stream – si legge in una nota – risponde all’obiettivo europeo di ridurre del 100% le emissioni di anidride carbonica entro il 2050 ed è il primo treno a zero emissioni dirette di CO2 per l’Italia dotato di celle a combustibile a idrogeno, con una capacità totale di 260 posti a sedere e un’autonomia superiore a 600 km”.
Il treno è stato creato e prodotto negli stabilimenti Alstom in Italia, coinvolgendo il sito di Savigliano per lo sviluppo, la certificazione, la produzione e il collaudo; il sito di Vado Ligure (ex Bombardier) per l’allestimento della “power car” in cui è installata la parte tecnologicamente innovativa legata all’idrogeno; il sito di Sesto San Giovanni per i componenti e il sito di Bologna per lo sviluppo del sistema di segnalazione.

ULTERIORI DETTAGLI ALL’INTERNO DEL GIORNALE DI MERCOLEDÌ 4 OTTOBRE.

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