Dietrofront del Piemonte, o meglio, da parte del governo per quanto riguarda il blocco della circolazione dei veicoli Euro 5 diesel. Dopo le polemiche scattate per l’avvicinarsi del provvedimento preso dalla Regione (che sarebbe dovuto iniziare in data 15 settembre 2023 per poi perdurare sino al 15 aprile 2024), il governo si è impuntato e ha intavolato un confronto con la giunta piemontese, come spiega la Regione sul proprio sito, “per individuare una soluzione che garantisca la tutela della salute e il mantenimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti, scongiurando il blocco dei veicoli diesel Euro 5 a partire dal 15 settembre”.
“L’obiettivo – continua la nota – è valutare l’aggiornamento del piano della qualità dell’aria con la pianificazione di misure e interventi alternativi al blocco Euro 5, alla luce degli interventi già messi in campo negli ultimi anni, grazie agli investimenti regionali, nazionali e alle misure del Pnrr. Il lavoro proseguirà nei prossimi giorni”.
Il regolamento sarebbe dovuto entrare in vigore nel 2025 nelle zone della Pianura Padana, ma il Piemonte ha voluto anticipare i tempi in seguito alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea contro l’Italia per violazione dei limiti sull’inquinamento atmosferico e alla relativa condanna da parte della Corte di Giustizia dell’Unione europea anche per l’assenza di misure atte a ridurre lo smog.
Dal confronto tecnico tra i ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente e della sicurezza energetica e delle Politiche Europee insieme alle strutture tecniche della Regione Piemonte e dell’Arpa dovrebbe nascere un decreto che faccia slittare di due anni lo stop agli Euro 5 diesel: in Piemonte sono più di 140 mila i mezzi interessati dal provvedimento, che avrebbero potuto circolare sul territorio solo dotandosi dell’apparecchiatura move-in (scatola nera rilevatrice dei kilometri) e per non più di 9.000 km nel corso dell’anno solare.