Viaggio ai confini dell’Ucraina: episodio 11

I nostri inviati sono tornati in Italia, dopo aver fatto un'ultima capatina in Slovenia, rendendo anche omaggio ai caduti di Caporetto.

La nostra rubrica arriva al suo ultimo episodio, con un ultimo giro dei nostri inviati presso la città di Sremska Mitrovica. La Serbia è dichiaratamente nazionalista, come si evince dalle sue bandiere in ogni dove, che non si accoppiano mai a quelle dell’Unione Europea, la quale pare quasi un “peso”.

Appena fuori Mitrovica, sull’autostrada, Gabriella e Gianluigi incrociano un centauro greco – che vive in Danimarca e sta girovagando in solitaria nell’Europa dell’Est – rimasto senza benzina. Come prassi per la solidarietà che accomuna tutti i motociclisti, i nostri corrispondenti lo aiutano cedendogli parte del loro carburante.
Poco dopo si ferma un terzo motociclista svedese, che offre a sua volta della benzina che tiene in una tanica per l’emergenza.

«Abbiamo imparato, soprattutto viaggiando in Ucraina, a non restare mai col serbatoio vuoto, ad avere sempre anche dei contanti dietro e dell’acqua» racconta Gabriella.

Successivamente, i due ripartono per sconfinare dalla Serbia prima in Croazia e infine in Slovenia. E qui ricomincia la Storia. Se all’inizio del viaggio erano andati alla ricerca del nuovo muro fra Polonia e Bielorussia, a Nova Gorica scatta l’esultanza perché il muro tra Slovenia e Italia non esiste più. Dopo più di un’ora spesa a cercare il punto preciso dove in piazza Bevkov si sono incontrati Mattarella e Pahor per ricordare Gorizia e Nova Gorica come capitale europea della cultura 2025, in un’Europa che si sta nuovamente spaccando i nostri corrispondenti trovano punti di unione e fratellanza.
La tappa successiva è piazza Transalpina, dove il muro è stato abbattuto.
 
Partiti da Nova Gorica, Gabriella e Gianluigi raggiungono l’ultima tappa di questo viaggio eccezionale, iniziato sulle tracce della guerra grande di Ucraina e concluso sui baluardi della Grande Guerra: il traguardo è rappresentato da Caporetto, in Slovenia, dove, nel 1917 gli italiani vennero duramente sconfitti e che oggi conserva musei riguardanti il primo conflitto mondiale. I nostri inviati hanno poi reso omaggio ai caduti del fronte austroungarico presso il loro cimitero che conserva i resti di 600 soldati.
 
Cimitero austroungarico a Caporetto

In seguito, i due esploratorio si sono inerpicati sui sentieri che conducono a Celo, sul versante del monte Svinjak, dove resta traccia della fortificazione austroungarica con la cucina, il posto di osservazione e due aree di riposo. La postazione offre una bella vista sul bacino del Bovec, del monte Rombon e sulle montagne circostanti.

Dopo quest’ultimo tributo, Gabriella e Gianluigi sono tornati a Savigliano. «Siamo partiti il 1° luglio e rincasati il 15, percorrendo 7500 km nel cuore dell’Europa attraverso Italia, Austria, Germania, Polonia, Ucraina, Romania, Serbia, Croazia e Slovenia su una moto in perfetto silenzio perché non usiamo l’interfono. Tutto il cammino diventa un monologo interiore – racconta Gabriella – Ho visto per la prima volta come si viva in un paese in guerra e ho compreso che l’Ucraina ha scelto di sua spontenea volontà l’Occidente. Nonostante i posti di blocco, i soldati, i controlli ecc., mi sono sentita libera e questo non è avvenuto ad esempio in Bielorussia, addirittura prima che scoppiasse la guerra. È stata un’esperienza importante che mi ha permesso di capire qualcosa in più rispetto a ciò che si vede al tg. Per rispetto e sicurezza dell’Ucraina non ho condiviso sui social foto di ministeri e luoghi importanti presidiati e rafforzati. Grazie a tutti».

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