Continua il viaggio di Gabriella e Gianluigi nei luoghi dell’Est Europa: da Bialystok la meta era Sobibor, ma, per pigrizia, i due hanno seguito solo il navigatore, che li ha condotti per errore al confine polacco/bielorusso presso Polowce. La guardia di confine ha ritirato i loro passaporti (fortunatamente i documenti risultavano a posto) e poi ha riferito che il confine è chiuso, con la situazione peggiorata sensibilmente a causa della guerra e dei migranti.
A questo punto i nostri inviati hanno raggiunto Sobibor su una strada parallela al confine, prima bielorusso e poi ucraino. Qui una fila di camion da Occidente entra in Bielorussia, sul confine di Kukuriky.
SOBIBOR
In seguito, Maria e Gianluigi hanno raggiunto un altro campo di sterminio, quello di Sobibor, il cui museo è stato aperto solo 3 anni fa. Tra due mesi termineranno la parte esterna.
In conclusione della giornata di mercoledì, Gabriella e Gianluigi hanno costeggiato il confine tra Polonia e Ucraina, dove un’altra fila sterminata di camion resta in attesa di entrare nel paese dilaniato dalla guerra.
BELZEC
L’ultima tappa nella parte orientale della Polonia ha portato i due viaggiatori nel campo di sterminio di Belzec, uno dei cinque principali lager adoperati dal regime nazista.
FINALMENTE UCRAINA
Gabriella e Gianluigi si sono finalmente lasciati alle spalle la Polonia e hanno sconfinato in territorio ucraino, soffermandosi, in particolare, a Leopoli e nel suo cimitero monumentale, dove una madre stava piangendo il figlio, morto un anno fa durante il conflitto armato.