C’è un argomento di carattere pratico, nelle ultime settimane, sulla bocca di molti cavallermaggioresi: l’illuminazione della città. In sintesi, in molti si chiedono: «ma perché Cavallermaggiore è così buia?». Da un rapido giro di verifica la lamentela ha un suo fondamento. Vediamo perché.
Iniziamo dal centro cittadino per antonomasia: piazza Vittorio Emanuele II, che tutti chiamiamo piazza San Michele: in effetti da qualche settimana – i migliori osservatori dicono successivamente alla Sagra del gorgonzola, quindi più di un mese fa – è illuminata da tre soli lampioni: uno sul mulino Fumero, due sul lato del palazzo di vetro. Spenti, invece, ben quattro punti luce: due sul mulino e due sopra l’oratorio di San Michele.
Abbiamo ricevuto anche altre segnalazioni. Per alcune sere, è stato completamente spento il viale d’ingresso della città per chi arriva da Savigliano, fino allo stabilimento Biraghi (via Cuneo). Se ci spostiamo in borgo Porta Sotera, invece, lampioni ko in via Dante. Tutto buio anche il tratto di via Antiche mura dietro la chiesa della Pieve (dove il problema c’era già stato in passato). Spesso, va ribadito, si è trattato di problemi temporanei.
Quel che lascia più perplessi, però, è la Torre civica: a partire dal 2022, è stata disattivata definitivamente.
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