
Era stato profetico il sindaco Enrico Graneris quando, nel suo discorso di insediamento, disse: «Abbiamo poco tempo, ma il programma dobbiamo realizzarlo tutto». Correva l’anno 1970. Certamente si riferiva ai cinque anni di mandato, ma il destino purtroppo per lui aveva altri piani: il 25 maggio 1973, a causa di un malore, il nostro primo cittadino spirava all’ospedale. Aveva 47 anni. Cinquant’anni fa.

Classe 1925, avvocato, Enrico era ancora studente di giurisprudenza quando si unì ai partigiani. Visceralmente antifascista, fu tra i fondatori locali del Cln (il Comitato di liberazione nazionale) e fece parte della Giunta popolare, il primo governo provvisorio dopo la liberazione (su quei giorni scrisse anche un libro “Savigliano nella tormenta”, 1965). Democristiano, fu figura di spicco dello scudo crociato a livello cittadino e provinciale: fu consigliere ed assessore sia a Savigliano che a Cuneo. Non gli riuscì, invece, il “salto” in Regione: candidato al “parlamentino piemontese” il 7 giugno 1970, giorno di elezioni comunali e regionali, non venne eletto. Il 3 luglio, però, divenne sindaco: una figura che allora non era eletta direttamente dal popolo, ma dai consiglieri comunali.
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