Banca CRS: «Non vogliamo “padroni” da fuori»

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Piccole banche in fibrillazione per la prospettiva che le Fondazioni (proprietarie di molti istituti di credito, tra cui la Cassa di Risparmio di Savigliano) debbano diminuire fino al 30% la loro partecipazione, perdendo di fatto la proprietà delle banche conferitarie.
È questa la proposta che l’Acri (Associazione casse di risparmio italiane) ha avanzato al Ministero dell’Economia, il quale sta mettendo mano ad un decreto ministeriale che disciplinerà il sistema. L’idea non turba il sonno dei grandi gruppi bancari e non dispiace al presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, ma trova già nel suo vice Antonio Miglio, presidente della Cassa di Risparmio di Fossano, un fiero oppositore. La Fondazione CRF detiene il 70% delle quote della banca e ne è proprietaria. Lo stesso accade in casa saviglianese, con la Fondazione CRS ben al timone dell’istituto di credito di piazza del Popolo.
I detrattori dell’ipotesi – e tra questi troviamo i vertici di Banca CRS – avvisano: «Se le Fondazioni, che sono espressione del territorio, perderanno la proprietà delle banche, sarà la fine dello stretto rapporto di fiducia con le famiglie, le imprese ed i lavoratori della zona».
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