“I Colori dell’Amore” è rassegna cuneese contro l’omofobia, che propone tanti eventi culturali, artistici e momenti di riflessione; venerdì sera ha fatto tappa a Savigliano, a Palazzo Taffini, per discutere del “Il ruolo della religione e della famiglia nella relazione con le persone omosessuali”. Ospite d’onore della serata è stato don Franco Barbero, sacerdote nato a Savigliano, dimesso nel 2003 dallo stato clericale per le sue posizioni in contrasto con la linea teologica promossa dal Vaticano, in particolare per quanto riguarda le seconde nozze, il celibato dei preti, la predicazione e il ministero dei laici, le teologie femministe e le unioni tra credenti omosessuali. In particolare, hanno suscitato scalpore in Italia le sue celebrazioni di benedizione di coppie omosessuali e di matrimoni di sacerdoti. «La mia non è una posizione facile, ma esiste un ministero ampio, al di là dei diktat vaticani che ho gettato come carta straccia. Mi occupo di chi vuole vivere la propria fede al di là delle regole dei sacri palazzi» si è presentato Don Barbero. «È un momento difficile per la comunicazione, ma ho una grande speranza, affinché ci si muova verso una situazione, per gli omosessuali, di svelamento e non più nascondimento. Gay, lesbiche e trans non devono più chiedere perdono, ma vivere in maniera naturale. Se accettiamo la nostra natura, siamo tutti più capaci d’amare».
Franco Barbero, l’ex “don” vicino ai gay
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