Timori per un’esplosione in una centrale nucleare

Marcoule, città francese nel dipartimento del Gard, non lontano da Avignone. Qui, nella mattinata di lunedì, si è verificata un’esplosione in un impianto nucleare. Un morto e quattro feriti, di cui uno grave. Il pensiero di tutti è subito andato alla disgrazia giapponese dello scorso marzo. Specie per noi cuneesi: l’impianto, infatti, in linea d’aria dista da Cuneo poco più di 250 chilometri. Dalla Francia sono subito arrivate rassicurazioni da parte dell’Edf, l’ente nazionale per l’energia elettrica francese, che ha affermato essersi trattato «non di un incidente nucleare, ma industriale». E dall’Autorità per la sicurezza nucleare d’Oltralpe, che spiegava come fosse esplosa una fornace per la fusione di scorie metalliche di attività debole e molto debole. Concludendo, «non si registrano fughe radioattive».
Saliva, nonostante tutto, la paura nella Granda (non bisogna mai “chiedere all’oste se il vino è buono” se vuoi sapere la verità). Infatti, Greenpeace faceva sapere che il sito francese non era tra quelli sottoposti agli “stress-test” europei dopo l’incidente di Fukushima, in Giappone. Che scoppi una centrale in Francia (qui da noi non ci sono) è da sempre l’incubo dei cuneesi. Molti i residenti che, allarmati, hanno telefonato ai centralini dei Vigili del Fuoco: «I valori della radioattività ambientale sono assolutamente nella norma – ha detto Ermanno Andriotto, comandante provinciale –; nei prossimi giorni ci saranno comunque monitoraggi ogni 12 ore con apparecchiature “Nbcr”, che rilevano contaminazioni nucleari, batteriologiche, chimiche e radiologiche».
Inoltre, le centraline dell’Arpa (Agenzia regionale protezione ambientale) stanno monitorando eventuali tracce di radiazioni. Al momento tutte le rilevazioni hanno dato esito negativo.

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