La Traviata non si fa. In 400 a bocca asciutta

Niente Violetta con gli occhi a mandorla. Niente grande musica nel parco reale. Era destino. Già il Regio, almeno per quest’anno, ci aveva abbandonati. Sembrava buona cosa poter ripiegare sulla proposta dell’Associazione Europea Amici della Scala e della Musica di Milano, intenzionata a portare a Racconigi il proprio spettacolo annuale. E così sono state messe in cartellone tre serate: un concerto il giovedì, “La Traviata” il sabato e la domenica. Il tutto anche con un risvolto benefico: raccogliere fondi per le zone terremotate del Giappone.
Sui muri della nostra città e nei Comuni vicini sono apparsi grandi manifesti a pubblicizzare l’iniziativa che ha riscosso un successo notevole, con oltre 400 prevendite. Nel piazzale nord del castello è stato montato il grande palco per accogliere lo spettacolo. Presso hotel della zona sono state prenotate le camere per ospitare cantanti, orchestrali e persone al seguito.
Poi qualche cosa non ha funzionato. Che l’organizzazione fosse inadeguata, che all’ultimo momento sia venuto meno uno sponsor di rilievo, fatto sta che nella giornata di giovedì, proprio nell’imminenza del concerto inaugurale, è andato tutto a monte. Cantanti ed orchestrali annunciavano che non si sarebbero esibiti, dal momento che non veniva loro garantito il compenso pattuito. E neppure erano state pagate la Siae e la Direzione Regionale per i Beni Culturali del Piemonte.
Così giovedì sera, al termine di una riunione parecchio animata, la direzione del Castello ha emesso un comunicato in cui si scusa con il pubblico e annuncia che le tre serate erano annullate ed i biglietti sarebbero stati rimborsati.
“La responsabilità del mancato svolgimento delle manifestazioni è di esclusiva pertinenza dell’Associazione Europea Amici della Scala” precisava il comunicato.
Sabato sera all’ingresso erano anche presenti i Carabinieri, nel timore che potessero essere inscenate delle proteste. La gente, invece, ha ascoltato in silenzio le spiegazioni fornite da Balestrino ed ha capito. Anche alcuni gruppi arrivati da lontano hanno saputo prendere la cosa con filosofia: «Vorrà dire che andremo a mangiare qualche cosa in zona» hanno commentato.
Era annunciata anche la presenza del console giapponese a Milano, marito del soprano Midori Sakaguchi che avrebbe dovuto impersonare Violetta Valery: non c’era e neppure avrebbe potuto esserci, dal momento che si trovava in Giappone.

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