Un bel sole ha baciato, giovedì scorso, le mani tremanti delle prime laureate in Scienze della formazione primaria a Savigliano. Il convento di Santa Monica, sede dell’università cittadina, dalle 9 di mattina (anzi, 9 e un quarto, considerato il celeberrimo “quarto d’ora accademico” che ovviamente è stato rispettato) ha ospitato cinque studentesse fasciate in seriosi tailleur per il gran giorno. Con loro, un solo studente maschio.
Si trattava delle prime sei lauree di questo corso universitario che forma gli insegnanti del futuro, siano essi della scuola dell’infanzia che della scuola primaria. Luogo della discussione delle tesi, l’aula 17, al piano terra. Da una parte i volti tesi delle studentesse, dall’altra – tra il pubblico – i volti fieri di genitori, parenti ed amici accorsi per la festa. E, sul davanzale di una finestra, un sacchetto pieno di “tocchi”, i tipici cappelli da laureati pronti ad accomodarsi su cotante teste.
Ha aperto le danze, di fronte ad una commissione formata da una decina di “prof”, Veronica Abbate Daga, con una tesi sul potenziamento dello sviluppo cognitivo dei bambini con sindrome di Down. Dopo di lei, Cristina Chiappero, Isabella Conte, Francesco Esposito (come detto, l’unico uomo), Alice Gentile e Paola Neri. Tutti al termine del corso quadriennale. E tutti ansiosi di stappare – finalmente – lo spumante.