Chi ha fatto “ferie su gomma”, spostandosi in autostrada sulla riviera ligure, quest’anno ha dovuto fare i conti con il “tutor”, il nuovo sistema piazzato ai primi di giugno che – su 4 tratti della Torino-Savona – calcola la velocità media dei veicoli multando chi pigia troppo sull’acceleratore.
Gli automoblisti sembravano ben informati della novità. Al volante, tutti spavaldi fino ai tornanti appenninici, quando – alla vista dell’apposito cartello verde – scattava un serpentone di auto bromurate agli ottanta all’ora (lì, il limite è 90).
Tutto inutile. Nessuno l’aveva detto, ma il “tutor” non funzionava. A scoprirlo è stata una giornalista, Emanuela Minucci, che il 18 agosto scorso ha pubblicato un articolo su La Stampa. Dopo aver fatto un giro di telefonate, è stato il senatore Michelino Davico, leghista braidese, sottosegretario agli Interni, a rivelarle la verità. Alla base della mancata attivazione del sistema (anche se la Polstrada afferma che in parte avrebbe funzionato, non sanzionando nessuno), problemi tecnici e burocratici. In poche ore, la notizia si è diffusa (ne hanno parlato un po’ tutti, anche i Tg) e sulla A6 è tornata la spavalderia. Peccato, perché nelle settimane precedenti l’effetto-placebo aveva comunque spinto gli automobilisti ad una maggiore prudenza. Ma un’altra sorpresa era dietro l’angolo. La vasta eco della notizia ha fatto mettere le ali ai piedi “a chi di dovere”. Il giorno dopo, come d’incanto, tre “tutor” su quattro (i due tra Carmagnola e Marene, andata e ritorno, più il Castelnuovo di Ceva – Priero) sono entrati in funzione (da Altare a Savona era ancora spento, per la presenza di un cantiere). Così, chi aveva appena letto o sentito che il sistema non funzionava e ne aveva già approfittato per “fare il furbo” è stato subito pizzicato. Quarantatre multe in dieci ore: 28 nel tratto in pianura (limite 130 km/h) e 15 in montagna (90 km/h). Nella morsa, 42 auto ed un Tir. Che non ci fossero state multe in due mesi, suonava quantomeno strano. In dieci giorni, infatti, le contravvenzioni sono arrivate a 600 e c’è stato pure chi ha percorso Marene-Carmagnola a 212 km/h di media. Automibilista italiano, ora ti riconosciamo!
«Ora che si è fatta chiarezza – ha concluso Davico – bisogna puntare sulla sensibilizzazione alla sicurezza stradale. I “tutor” sono strumenti tecnologici necessari, che servono a salvare molte vite. Ben vengano».
Un’ultima cosa. Tutor o non tutor, i limiti vanno rispettati.