Mercoledì sera, presso la sede del Pd in via Macra, si è tenuto un incontro per iscritti e simpatizzanti (e molti curiosi) al fine di discutere su una vicenda che sta tenendo banco negli ultimi tempi: la casa di riposo. Era presente il sindaco Sergio Soave e la Giunta quasi al completo, la presidente Angela Ambrosino ed il consiglio d’amministrazione della casa di riposo.
«Dopo lunghe discussioni, abbiamo deciso di fare il punto della situazione» ha spiegato il segretario del Pd, Gianpiero Piola.
Ci ha pensato il sindaco a ricapitolare, per sommi capi, l’intero affaire, sottolineando come il Comune sia stato tirato in ballo in una questione che gli era, in realtà, estranea: «Già prima delle elezioni amministrative del 2009 – ha esordito Soave – la presidente ci chiese quali erano le nostre intenzioni. Ho sempre detto che il Comune ha la facoltà di agevolare una soluzione positiva della crisi e lo deve fare per evitare lunghe battaglie recriminatorie. Non abbiamo mai guardato alla casa di riposo come attività economica. Agiamo per l’interesse pubblico, a salvaguardia della storia, del personale e dei degenti della struttura. Il Comune procederà con il recupero dell’immobile e l’individuazione di una nuova zona». Diverse le ipotesi elencate, e poi scartate, da Soave, tra cui la zona della Pieve: «Alla Pieve, zona indicataci dal consiglio d’amministrazione, l’area ci pare insufficiente. In centro non ci sono altri luoghi, escludendo anche le soluzioni più fantascientifiche (tra cui uno scambio di locali con la Bocciofila); l’unica possibilità era in periferia, più precisamente in località Becco d’Ania, una superficie che siamo in procinto d’acquisire».
Spazio poi per gli interventi dei presenti, che hanno esternato dubbi e perplessità: tutti hanno evidenziato la necessità di vagliare attentamente le varie possibilità. L’impressione è che molti siano favorevoli all’ipotesi Pieve: «Non isoliamo la casa di riposo, teniamola dentro la città, vicino all’asilo sarebbe la soluzione ideale» ha affermato Jack Calcagno. Giulio Ambroggio si è detto d’accordo per l’acquisizione dell’area della piscina, ma invita il sindaco a considerare con scrupolo tutte le idee. Lorenzo Morello, senza scoprire troppo le sue carte, ha invece ventilato una terza ipotesi: «C’è un Ente pubblico che potrebbe rilevarla e costruirla in centro. Con un intervento pubblico, potrebbe scattare una gara d’emulazione. Ne parlerò con il sindaco».
Soave, al termine, ha ribadito: «Verificheremo la fattibilità delle proposte; se ci saranno tutti i permessi, certo non ostacoleremo nessuna eventualità».