È un momento in cui si fa un gran parlare di impianti fotovoltaici. Gli attuali incentivi statali stanno facendo ammucchiare le domande per nuove installazioni sulle scrivanie degli uffici comunali e provinciali. L’area saviglianese non è esente dal fenomeno e – temendo un fiorire di pannelli solari a terra, al posto delle colture – amministrazioni comunali e movimenti di opinione si stanno dannando l’anima per porre alcuni “paletti”. Sotto il sole, però, il caos è grande, perché c’è un vuoto normativo in materia ed in teoria Comuni non avrebbero potere di emanare regolamenti. Eppure molti lo stanno facendo (tra questi, Savigliano).
Nella nostra città, a metà novembre era stata presentata – da parte della Società Sant’Anna Energia srl – una richiesta per costruire un impianto fotovoltaico a terra su di un appezzamento in via Streppe, zona Saint Gobain, di 32.400 metri quadrati. Il 21 dicembre, però, il Consiglio comunale ha approvato alcune “linee guida” al fine di salvaguardare i terreni migliori, invitando chi volesse costruire centrali solari a piazzare i pannelli sui tetti oppure su aree già cementificate.
Le “linee guida” di Savigliano, infatti, sui suoli agricoli definiti di 1ª e 2ª classe (i più pregiati) dal Piano territoriale regionale, consentono l’installazione di impianti fotovoltaici per un massimo di potenza nominale di 200 KW e limitatamente ad uno per ogni azienda agricola. La Sant’Anna Energia aveva invece intenzione di costruire una centrale di 972 KW su di un terreno di 2ª classe. Pertanto, si è vista negare il permesso di costruire. La società ha quindi presentato due ricorsi per annullare l’efficacia della delibera del Consiglio comunale saviglianese e poter realizzare l’impianto. «Secondo noi – sostengono alla Sant’Anna – il Comune non può stabilire queste norme». Ma il 20 maggio scorso, il Tar del Piemonte si è espresso, almeno per ora, a favore del Comune. «Con due ordinanze – riferisce l’assessore all’Urbanistica Silvio Pittavino – il Tribunale ha respinto la richiesta cautelare avanzata dalla Sant’Anna Energia, che chiedeva di sospendere urgentemente l’efficacia delle nostre “linee guida”, le quali, pertanto, conservano la loro piena vigenza».
Che cosa succederà ora? «Dopo aver vinto questa prima importante fase – aggiunge Silvio Pittavino – il Comune, difeso dall’avvocato Paolo Goldoni dell’ufficio legale municipale, attende con fiducia il prosieguo del processo amministrativo, che si concluderà con la sentenza definitiva. Abbiamo la consapevolezza che questa decisione preliminare dei giudici torinesi possa costituire un ottimo presupposto per la vittoria finale». Da parte sua, invece, la Sant’Anna Energia continuerà la battaglia per la costruzione dell’impianto. Gli incentivi stanno per scadere: il tempo stringe.