Si svolgerà il 12 novembre prossimo, al tribunale di Saluzzo, l’udienza preliminare per quattro ex dirigenti dello stabilimento saviglianese della Ferroviaria. In tale occasione, il giudice dovrà decidere se rinviarli a giudizio per omicidio colposo come richiesto dal Pubblico Ministero Maurizio Ascione oppure archiviare o chiedere nuove indagini. Le morti sono quelle degli operai che per anni hanno lavorato a contatto con l’amianto.
Sotto inchiesta sono finiti Enzo Giungi, 83 anni, torinese, direttore dal 1983 al 1986; Alfredo Bacci, 62 anni, livornese, direttore dal 1986 al 1990; Pietro Silvestro, cuneese, 56 anni, direttore nel 1991; Arturo Bonesio, 65 anni, torinese, direttore dal 1991 al 1995. Saranno difesi dall’avvocato Giovannandrea Anfora del Foro di Torino.
Tra le parti offese, una folta schiera di eredi di 8 lavoratori saviglianesi deceduti in questi anni per il mesotelioma della pleura, la malattia che colpisce chi ha lavorato a contatto con l’asbesto. Al loro fianco, ci sarà l’Associazione italiana esposti all’amianto, presieduta dal nostro concittadino Armando Vanotto.
I quattro dirigenti sono sotto inchiesta per non aver informato i lavoratori sui rischi connessi all’esposizione all’amianto e di non aver rispettato norme di sicurezza che impedissero agli operai di entrare in contatto con la micidiale sostanza.
Per ora, solo gli eredi di un lavoratore si sono costituiti parte civile e saranno difesi dall’avvocato Laura D’Amico di Torino. Gli altri potranno farlo durante l’udienza preliminare.
Le indagini sulle morti per questa causa partirono due anni e mezzo fa, in seguito ad un esposto di uno dei lavoratori malati.