Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione sul tema dell’arginatura del torrente Mellea (in giallo nella foto). Vi hanno partecipato amministratori dei Comuni di Savigliano e Cavallermaggiore (entrambi colpiti dall’alluvione del 30 maggio scorso) e funzionari dell’Agenzia interregionale per il Po (Aipo), presieduta dall’assessore regionale Bruna Sibille. Servono circa 7 milioni di euro per gli argini della nostra città ed un milione e due per la vicina Cavallermaggiore. A quanto sembra, l’incontro è stato proficuo. I soldi potrebbero venire stanziati dall’Aipo che, attraverso la Regione, li trasferirà ai Comuni. Se tutto dovesse girare per il meglio, nel 2010 si potrebbero già vedere le ruspe al lavoro.
Sempre sul fronte-argini, venerdì scorso sono tornate a riunirsi le persone interessate dagli espropri per il nuovo argine che dovrebbe essere costruito nelle campagne a monte della città: una sponda ad Y (in rosa nella foto) con il gambo parallelo a via Suniglia e le braccia protese a sinistra verso il ponte della ferrovia sul Maira e a destra verso la rotonda della Granbaita. Gli espropriandi hanno elaborato una serie di osservazioni al progetto, ovvero una lista di modifiche – anche sostanziali – che ora chiederanno di apportare.
OSSERVAZIONI – MAIRA
Secondo i proprietari terrieri, il progetto non terrebbe conto dell’andamento altimetrico naturale del territorio. Inoltre, il nuovo argine servirebbe a tutelare la città, ma non le persone, i terreni ed i fabbricati nelle aree agricole presenti a sud delle opere: le prime risulterebbero isolate in caso di inondazione, i secondi subirebbero un deprezzamento. Gli argini, poi, risulterebbero troppo alti (circa 4 metri in alcuni punti) e per cui difficilmente accessibili (senza contare lo “spezzettamento” dei terreni attraversati dalle sponde). Secondo gli espropriandi «il lavoro principale da eseguire sarebbe la pulizia completa dei torrenti con l’asportazione di ghiaia e piante cresciute nell’alveo. In conclusione – dicono – l’argine per il Maira non è necessario, in quanto esiste già naturalmente; pertanto ci opponiamo alla sua realizzazione».
OSSERVAZIONI – MELLEA
Il torrente ha sempre creato problemi nelle zone di via Suniglia, borgo Pieve, borgo Marene, via Alba e via Cuneo. «Questo perché – osservano gli espropriandi – oltre all’esistenza di una chiusa per portare acqua al canale della Ferroviaria, il letto del fiume è quasi inesistente a causa della presenza di ghiaia e vegetazione in alveo. In alcuni tratti, l’acqua un tempo non usciva grazie alla presenza di doppie sponde, ora quasi del tutto inesistenti, ed ai pochi ripari effettuati nel tempo. In particolare, l’esondazione oggi avviene sempre in zona Porte Rosse perché il letto del torrente è posto ad una quota superiore rispetto ai terreni confinanti e le sponde non sono più resistenti per contenere l’acqua. Si ritiene che nella stesura del tracciato non si sia tenuto conto di questi fattori». Resta inoltre il fatto che si temono deprezzamenti di fabbricati e terreni e disagi per chi rimane a sud dell’argine.
Gli espropriandi propongono in alternativa all’intervento la pulizia del fiume, il ripristino degli argini precedenti e l’esecuzione di opere spondali parallele al torrente e non in aperta campagna.
IL CASO VILLANOVA
A Villanova Solaro, una contesa legale tra Aipo e proprietari terrieri ha portato alla vittoria questi ultimi (servizio a pagina 21). Qui come finirà?