I nostri vecchi dicevano, in buon dialetto piemontese, che “ammazzare la gente e togliere la neve è un lavoro inutile”: la prima muore da sola, mentre la seconda si scioglie da sé. Affermazione sacrosanta, ma difficile da conciliare, solo per la seconda parte, con la nostra società. Se un tempo i ritmi della natura dettavano lo scorrere della vita e del lavoro, oggi ben altri ritmi ci dicono cosa fare. Ed è così che il bianco candore di una nevicata può risultare assai fastidioso, soprattutto se dobbiamo usare l’automobile.
I fiocchi caduti nei giorni scorsi, così come quelli delle settimane precedenti, hanno messo a dura prova la nostra pazienza e quanti lavorano per rendere transitabili le strade e le vie cittadine. Un lavoro capillare che fa parte di un vero e proprio “Piano anti neve”.
Al cadere dei primi fiocchi, infatti, in Comune scatta l’allerta. Tutti a naso in su per vedere come si evolverà la nevicata, ma i tempi sono stretti. Appena raggiunti i 5 centimetri, infatti, i mezzi spartineve entrano in azione.
«A dire il vero – commenta l’assessore all’Ambiente Claudioo Cussa, mentre ci spiega il funzionamento del piano antineve cittadino – molto spesso i mezzi partono prima dei fatidici 5 centimetri. Quando sappiamo che la nevicata sarà copiosa e di lunga durata li facciamo partire quasi subito».
I mezzi spazzaneve all’opera nella nostra città sono 13, a cui si devono aggiungere i 6 che lavorano nelle frazioni, oltre ai 9 operai comunali ed alle 8 persone dei “cantieri di lavoro” che si occupano di spalare a mano i bianchi fiocchi caduti sui marciapiedi o sugli spazi municipali come il molo di piazza del Popolo, il marciapiede antistante il municipio o le scuole.
Tutti i mezzi partono in contemporanea. Dal municipio, i tecnici comunali danno il via con una semplice telefonata e gli spazzaneve, reperibili 24 ore su 24, iniziano la pulizia, che risulta essere così capillare. «Non ci sono zone – tiene ancora a precisare Cussa – di serie A e di serie B dove gli spazzaneve arrivano in ritardo».
La “precedenza” nello spazzare le strade, naturalmente, viene data agli spazi di interesse pubblico. Due mezzi a parte (oltre ai 13) si occupano di pulire la zona davanti l’ospedale, la stazione e le piazze cittadine per rendere possibile, quando serve, lo svolgimento del mercato.
La neve viene posta ai margini delle carreggiate (auto parcheggiate permettendo) e solo più tardi, a nevicata finita, sarà raccolta e portata in uno dei centri di stoccaggio, come quello vicino alla piscina comunale. Per quanto riguarda i marciapiedi, invece, questi sono “di competenza”, diciamo così, dei singoli cittadini. Ognuno di noi dovrebbe infatti spalare il pezzo davanti al proprio ingresso, in una sorta di catena che serve a garantire la pulizia dell’intero passaggio riservato ai pedoni. A questo proposito la nostra città, come altri centri, ha emesso un’ordinanza che invita i cittadini a spalare la neve davanti a casa.
Finita la nevicata, inizia un’altra “emergenza”, quella del ghiaccio. «Le scorte di sale – assicura ancora l’assessore – sono buone, ma non sempre questa soluzione risulta essere il giusto antidoto al problema». La prudenza è quindi d’obbligo soprattutto per quanti camminano a piedi.
La neve ha comunque anche dei costi. Le casse comunali, quest’anno, per quanto riguarda questa voce di bilancio, non sorridono. L’assessore alle Cinanze Lorenzo Gramaglia ci dice che fino ad oggi la spesa per spazzare la neve ammonta a quasi 300 mila euro, di cui ben 200 mila spesi nel solo mese di gennaio. Ogni mezzo spazzaneve, infatti, costa al Comune (da fermo) 1.000 euro l’anno. In caso di nevicata, per il suo utilizzo, si deve aggiungere un costo orario di 60 euro.