Da circa un anno la Procura di Saluzzo indaga sulla cooperativa saviglianese Piemonte Latte. Titolare dell’inchiesta è il dottor Maurizio Ascione, sostituto procuratore che sta seguendo anche il noto processo sulle quote latte, che vede gli splafonatori come imputati e la cooperativa come parte civile.
L’inchiesta ha preso avvio da un esposto presentato dal leader della Cosplat, il veterinario Antonino Bedino. Fra gli indagati figurano il presidente della Piemonte Latte, Tommaso Mario Abrate, Mario Bessone, due segretarie, ex soci ed allevatori. Alcuni, già interrogati a palazzo di giustizia, si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere.
L’accusa alla cooperativa di Abrate è di aver aggirato – tra il 1997 ed il 2002 – la normativa sulle quote, vendendo il latte prodotto in eccesso senza fatturarlo e senza sottoporlo ai controlli sanitari e fiscali. In questo modo, avrebbero evitato anche le multe. «È una pratica illegale – sostengono i Cobas – applicata in modo sistematico». “Le consegne del latte – si legge nell’esposto – da parte dei produttori affiliati erano documentate tramite la registrazione su due libretti”. Il primo, compilato in stalla e trattenuto dal produttore, annotava la produzione reale ed era consegnato dall’allevatore a fine mese presso gli uffici della cooperativa, in cambio di un documento analogo che però certificava la consegna di un numero di litri molto inferiore. Il prodotto fatturato sarebbe stato pagato tramite un assegno, il resto in contanti. I Cobas riferiscono di aver segnalato i presunti illeciti alla Regione già nell’autunno 2005, informando direttamente l’assessore Mino Taricco. Ai magistrati si chiede anche d’indagare sul comportamento dell’assessore. «Non sono stato convocato in procura – dice – anche se sono state fatte verifiche in uffici regionali. In questo caso, però, i controlli spettano alla Provincia, non alla Regione». �