Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Reparto Operativo di Cuneo hanno eseguito dei provvedimenti restrittivi cautelari (obbligo di dimora e di “firma”) nei confronti di cittadini albanesi ritenuti responsabili di violenza privata o estorsione ai danni di anziani, in Savigliano e Verzuolo.
Nel corso di ampie indagini, i Carabinieri hanno scoperto una presunta attività ricattatoria messa in atto da albanesi nei confronti di alcune persone anziane della provincia di Cuneo. Il cerchio si è stretto intorno a P.L., 23 anni, domiciliato in Verzuolo, la convivente C.F., 41 anni, domiciliata in Savigliano, e il fratello del primo, P.K., 28 anni, domiciliato in Verzuolo.
«In particolare – riferisce il tenente colonnello Mario Simeoni – emergevano effettivamente dei contatti sospetti tra questi e due diversi anziani. La prima “vittima”, classe 1946, originario di Cuneo, aveva incontrato C.F. nel 2003. I due si erano sposati civilmente nel 2004, pur senza mai vivere sotto lo stesso tetto. In seguito, la donna ha presentato P.L. all’anziano, asserendo trattarsi di suo fratello. Quindi gli aveva avanzato più volte la richiesta di andare a vivere con lei a Savigliano, così da poterle consentire di ottenere la cittadinanza italiana». Secondo la ricostruzione, tali richieste venivano dapprima formulate tranquillamente e poi via via sempre più minacciosamente, anche con il concorso di P.L. «Evidentemente intimorito per eventuali aggressioni fisiche – continua Simeoni – l’anziano decideva nel febbraio di quest’anno, d’inoltrare domanda di residenza al Comune di Savigliano, peraltro respinta, indicando quale numero civico quello della donna».
La seconda vittima, classe 1936, originaria di Casalgrasso, era entrato in contatto con C.F. già nel 1997 quando la stessa pare si prostituisse a Cavallermaggiore. «In seguito – riferisce il comandante – le elargiva circa 100.000 euro sino a quando, nel luglio 2007, decideva di interrompere il pagamento di denaro; ciò induceva la donna, spalleggiata da P.L. e P.K., ad avanzare delle vere e proprie richieste estorsive all’anziano, minacciato di raccontare la loro relazione clandestina ai familiari. Lo scorso 22 febbraio, la vittima cedeva al ricatto e consegnava in Verzuolo 5.000 euro ai suoi interlocutori».
Le vicende, ricostruite dai militari grazie ad inequivocabili riscontri, venivano quindi rese note alla Procura della Repubblica di Saluzzo, la quale richiedeva al competente GIP l’adozione di provvedimenti restrittivi a carico dei tre albanesi. Nei confronti di P.L. e C.F. è scattato dunque l’obbligo di dimora, mentre P.K. sarà costretto a presentarsi quotidianamente alla polizia giudiziaria. I reati contestati sono concorso in violenza privata per i primi due e concorso in estorsione per tutti e tre. �