Se Berlusconi toglie l’Ici

La potenziale abolizione dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili) annunciata da Berlusconi sta facendo molto discutere.
Il leader del Popolo della Libertà – durante la prima conferenza stampa dopo il successo elettorale – ha elencato alcuni obiettivi concreti da realizzare nei primi cento giorni di governo. Tra questi, c’è la totale eliminazione dell’Ici sulla prima casa. Un provvedimento che andrebbe ad impattare in positivo sulle tasche degli italiani, ma che forse creerebbe problemi agli amministratori comunali. Il budget dei Comuni verrà privato dei soldi dell’imposta sugli immobili adibiti a prima casa? Nel programma elettorale del Pdl c’era scritto che, in caso di applicazione della manovra, non ci sarebbero stati oneri per i Comuni. Sul questo, però, tra gli addetti alla contabilità municipale aleggia un certo scetticismo. «Parlare di tagli alla tassa – ci ha detto in merito l’assessore al Bilancio Lorenzo Gramaglia – è prematuro. Nessuno conosce nei dettagli le intenzioni del futuro Esecutivo. Prima che il nuovo governo venga ufficializzato ci vorrà ancora del tempo. Inoltre, passeranno molti giorni prima che lo stesso diventi operativo. Il mandato della nostra Giunta, guidata da Aldo Comina, sta per scadere (2009, ndr) e, quindi, molto probabilmente toccherà alla futura amministrazione farsi carico di eventuali tagli da parte dello Stato. Noi, qualunque sarà la decisione degli elettori, vogliamo lasciare il bilancio a posto».
Il Comune ha previsto per il corrente anno un gettito dell’Ici pari a 4.620.000 euro. Di questi, 1.400.000 sono provenienti dalle imposte sulle prime case che, al netto della della detrazione dell’1,33 per mille previsti dall’ultima Finanziaria (600.000 euro circa), diventerebbero pressappoco 900.000.
Già all’inizio dell’anno, la Giunta Comina aveva espresso la sua preoccupazione sulla spesa pubblica. Infatti, il Comune aveva già aumentato due imposte: la tassa rifiuti e l’addizionale Irpef. È evidente, quindi, che se il Premier in pectore tagliasse ulteriormente le entrate dei Comuni a risentirne potrebbero essere poi i servizi, le associazioni che vivono di contributi ed i progetti strutturali. Se, invece, l’imposta sugli immobili venisse elargita, come promesso dal leader del Pdl, sotto altre forme, le voci di allarmismo risulterebbero ingiustificate. Una cosa è certa: Berlusconi, abolendo l’Ici, incasserebbe il plauso dei proprietari di immobili, ma rischierebbe di fare i conti con le ire degli amministratori comunali.

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