SAVIGLIANO. Sono passati ormai sette anni e mezzo da quell’infuocata estate politica del 2014, quando le elezioni comunali che videro darsi battaglia centrosinistra e centrodestra finirono a carte bollate per la vicenda delle “firme false”.
La giustizia ha i suoi tempi e così qualche giorno fa è arrivato il verdetto del secondo grado di giudizio sulla questione che ha visto coinvolti l’ex sindaco Claudio Cussa e l’ex presidente del Consiglio comunale Antonio Motta. Per i giudici della Corte d’Appello, anche Motta è colpevole. Il medico saviglianese dovrà scontare dieci mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. Un verdetto che riforma parzialmente la sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Cuneo il 19 luglio 2019, secondo la quale Motta era stato assolto.
Confermate, invece, sia la condanna all’ex sindaco Claudio Cussa (un anno con la condizionale che gli era stato comminato in primo grado) che l’assoluzione di un candidato della lista “Moderati”, Michele Di Mauro.
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