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Racconigi: chiuso il processo per la morte dei 3 ragazzi

9 Luglio 2008
in Racconigi
2
Home Racconigi

Si è conclusa martedì 1° luglio presso il Tribunale di Saluzzo – con il proscioglimento degli imputati – l’udienza preliminare relativa al procedimento penale per la morte di Stefano Baroncini, Roberto Bello e Stefano Dalmasso nell’incidente stradale avvenuto nella notte del 28 marzo 2004 in località Pedaggera. Il sindaco di Cavallerleone Giovanni Bongiovanni, il funzionario della Provincia Giuseppe Dotta ed i proprietari dell’area dove era avvenuto lo scontro, Giovanni Barra e Federica Meyssent, sono stati prosciolti da ogni accusa a loro carico.
I tre diciannovenni racconigesi, in compagnia di una loro amica, si erano immessi sulla strada regionale 20 quando erano stati travolti da una vettura proveniente da Cavallermaggiore. Il conducente di quest’ultima, Gianmarco Materazzo, aveva poi patteggiato la pena di un anno e 4 mesi con la condizionale.

Tags: bongiovanniCavallerleoneincidente mortalepedaggieraRacconigisindaco
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Commenti 2

  1. maria rosaria says:
    14 anni fa

    La Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Torino ha IMPUGNATO la sentenza di assoluzione “per non averlo commesso” emessa dal G.U.P. del Tribunale di Saluzzo, con le seguenti motivazioni conclusive:
    -Erronea applicazione della Legge penale,
    -Travisamento della prova,
    -Contraddittorietà,
    -Manifesta illogicità della motivazione.
    Il decreto, che consta di ben N°10 pagine, è disponibile presso la Corte d’Apello di Torino, ed in copia presso i genitori residenti in Racconigi.

    Rispondi
  2. maria rosaria says:
    11 anni fa

    Il 30 aprile 2010 la Corte d’appello di Torino inviava d’ufficio, e per competenza, la sentenza N° 136/08 emessa da tribunale di Saluzzo a carico degli imputati Barra Giovanni e Meisssent Federica che , pur avendo chiesto il rito del Patteggiamento della pena, erano stati prosciolti. E questo avrebbe dovuto essere considerato già un modo di “erronea applicazione della Legge penale”: Non era mai accaduto che un imputato dopo essersi dichiarato colpevole e reo confesso, chiedesse il rito del patteggiamento e, nonostante le prove agli atti, fosse prosciolto. Come minimo avrebbe dovuto essere imputato di false dichiarazioni e di autocalunnia. Ma così non è stato: a Saluzzo “si può” ciò che in tutti gli altri tribunali d’Italia non è possibile!
    E così la sentenza e con essa tutto il procedimento giudiziario sono stati sottoposti all’Eccellentissimo giudizio di 3° grado: quello della Suprema Corte di Cassazione.
    Molte erano le carenze “sostanziali” che era possibile riscontrare nelle due sentenze che erano state partorite dal procedimento N°9014 ; molti erano gli elementi ignorati relativi alla spregevole sirtuazione del luogo, rimasto per molti anni completamente nell’illegalità e nella totale difformità delle regole del Codice della strada. Infatti gli incidenti continuavano a verificarsi e bisognava intervenire per sitemare quell’intersezione che già prima dei Lavori di asfaltatura un emerito consigliere provinciale stilando l’elenco degli incroci pericolosi lungo il tratto della SR20 da Savigliano a Carmagnola, definì proprio l’incrocio della Pedaggera uno dei “punti critici”. Ma la strada comunale adiacebnte il piazzale non c’era più : era stata accorpata al privato insieme alla piazzola di sosta dell’ANAS. Bisognava restituirla agli utenti: la strada è un bene pubblico, un bene di tutti, e non può essere sottratto agli utenti . Com’ era potuto accadere che il privato si appropriasse del terreno pubblico e del terreno demaniale?
    A quanto pare a Cavallerleone è potuto accadere, all’ *insaputa* di tutti coloro che a diverso titolo avrebbero dovuto vigilare e non l’hanno fatto. Eppure passavano di lì tutti i giorni. Ma si sono comportati come le tre scimmiette: “non vedo, non sento, non parlo”- è il comportamento che si addice a coloro che fingono di non vedere e lasciano fare peggiorando situazioni che già in precedenza venivano classificate e definite “di pericolo”, ma che furono aggravate dai lavori che processulamente non risultano: le due sentenze li hanno sempre ignorati.
    Ma, a distanza di ben sette anni, cinque giudici della Corte li hanno considerati e li hanno ritenuti fondamentali per diversi motivi.
    Com’è andata a finire?
    Che cosa ha deciso la Suprema Corte di Cassazione sui Lavori di asfaltatura eseguiti alla Pedaggera?
    Nel 2012 verranno rese note le motivazioni della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato “senza rinvìo” per ulteriore corso la sentenza di 1° grado di Barra e Meissent.
    Buon Anno.

    Rispondi

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