Sul futuro dell’ex Zuccherificio continuano a rincorrersi tante voci: un centro commerciale o un grande albergo? Magari ne sapremo qualcosa di più nel Consiglio comunale di fine mese. Intanto l’area si è nuovamente trasformata in discarica abusiva. I Vigili del Fuoco volontari della nostra città e quelli di Carmagnola sono dovuti intervenire più volte, negli ultimi tempi, per spegnere improvvisi incendi: con le sterpaglie sono andati in fiamme mobili e vecchi sofà abbandonati all’esterno della struttura, e mucchi di pneumatici nascosti all’interno.
Sono veramente tante le gomme, in particolare di mezzi pesanti, ammucchiate tra le colonne rabberciate dell’edificio, unitamente a frigoriferi e rottami assortiti. I pneumatici devono essere smaltiti con trattamenti tecnicamente adeguati (le ditte specializzate le ritirano dai rivenditori al prezzo di 13 euro al quintale): bruciarle vuol dire inquinare l’ambiente e mettere a rischio la salute della gente a causa della diossina sprigionata. Già una volta, nel pomeriggio di sabato 22 aprile 2006, il vecchio zuccherificio era stato teatro di un incendio di notevoli proporzioni. In quella data, per cause probabilmente dolose, erano andate in fiamme oltre una sessantina di pneumatici dei 120-130 che a quell’epoca si trovavano nella struttura abbandonata. Sul luogo erano intervenuti i Vigili del Fuoco volontari di Racconigi insieme alle squadre di Carmagnola, del Lingotto, di Cuneo e di Bra: avevano dovuto lavorare a lungo per avere ragione del fuoco che aveva trovato facile esca nelle gomme, nei rovi e nella gran quantità di rifiuti che la gente nel tempo aveva scaricato in quel punto. L’alta colonna di fumo nero e denso che si era innalzata era stata visibile a chilometri di distanza.
In seguito a quell’episodio, l’allora sindaco Giuseppe Marinetti aveva provveduto a far indirizzare dal Comando di Polizia Municipale ai proprietari dell’immobile un’ordinanza urgente affinché mettessero in sicurezza la zona transennandola. Al bivio con la strada regionale 20 era quindi stata posizionata una sbarra che impediva l’accesso ad estranei. Lo scorso anno però la sbarra è stata rimossa e l’area è tornata a trasformarsi in una discarica abusiva ed in un’alcova per le prostitute. Fino a quando?
Per avere risposta abbiamo contattato l’assessore all’Ambiente Giuseppe Milli, che ha confermato di essere a conoscenza dei fatti: «La sbarra era stata posizionata dal proprietario del terreno e dell’immobile – spiega –. Probabilmente il cantiere che lavorava sulla strada l’aveva rimossa per completare i lavori e si è dimenticato di rimetterla. Come Comune, non possiamo intervenire su un’area privata. Riguardo all’impatto ambientare abbiamo informato gli enti competenti, quale l’Arpa: sarà la loro valutazione che ci indicherà se è necessario intervenire con un’ordinanza».